Molto spesso si adotta l’atteggiamento del “wait and see”, cioè aspetta e vedrai.
Benché esista una variabilità interindividuale tra un bambino e l’altro, può accadere che un bambino raggiunga in ritardo le tappe di sviluppo o che fatichi a raggiungerle da solo/a.
La possibilità di poter intervenire (o tenere monitorato) precocemente è un forte valore aggiunto perché ci permette di:
- evitare che si instaurino compensi
- il divario tra le competenze acquisite e quelle attese per l’età (o la scolarità) si ampli
- agire con tempestività e sfruttare la “finestra temporale” in cui determinate abilità o competenze sono più facilmente acquisibili
- evitare che si crei un vissuto di frustrazione e senso di incompetenza.
Ci si può rivolgere ad un logopedista:
- tra i 2 e i 3 anni, quando il/la bambino/a dice poche parole e non riesce a combinare le prime frasi oppure mostra scarso interesse alla comunicazione
- dai 3 anni, se il/la bambina ha un linguaggio comprensibile solo alle persone familiari e non comprensibile alle persone a lui estranee oppure formula frasi non corrette (mancano i verbi, mancano gli articoli, la frase è formulata in “modo strano”). Da questa età è possibile rivolgersi la logopedista anche nel caso in cui si continui ad utilizzare per tanto tempo il ciuccio, il dito o il biberon (abitudini orali viziate)
- in età scolastica, quando il/la bambino/a fatica a mantenere la concentrazione, fatica a leggere (legge lentamente e/o con tante errori), oppure se compie tanti errori in scrittura o scrive molto lentamente e con una grafia illeggibile. Anche nel caso, in cui presenti errori nel calcolo, fatichi a memorizzare le tabelline.
- nel caso in cui si presenti respirazione orale, spinta linguale anteriore e deglutizione disfunzionale
- nel caso in cui il/la bambino/a sia stato/a sottoposto/a ad interventi di frenulectomia, adenoideictomia o tonsillectomia.